Gente che sa solo leccare l'esterno.
Gente che assapora solo l'idea.
Gente che indossa il tormento come un vestito.
Un vestito diverso.
Un vestito per sentirsi diversi.
Sotto al vestito sono aria.
Fanno proprio il tormento altrui.
Lo esibiscono per accrescere la loro aria.
Se ne riempiono la bocca.
Alzano il naso.
Si atteggiano.
Pavoni neri di marcio vuoto.
Guardano avanti come i cavalli.
Cavalli con menti zoppe.
Zoppe anime finte.
Incupiscono il loro volto.
Fanno discorsi profondi.
Parlano di tormenti altrui,
letti sui libri ed ascoltati in canzoni.
Ne leccano l'esterno.
Ne assaporano solo l'idea.
Lo indossano come un vestito.
Non mordono con bocca loro.
Non si nutrono di lui.
Non lo fanno pelle.
Chinate il capo con rispetto pavoni!
Il tormento non è vanto.
Il tormento È.
Traggo ispirazione dall'energia che mi circonda, dall'energia che dà vita a tutto, che in un istante penetra nella mia mente dando vita a sensazioni che creano immagini e poi forma concreta. Interpreto il caso e l'istinto, il silenzio e il distacco dal caos, interpreto la pace che impongo dopo il rumore che assilla la mente, i sogni e l'indefinito. Creo in uno stato di pace, di quiete e di distacco dall'ovvio quotidiano, in una sorta di viaggio spaziale.
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giovedì 7 novembre 2013
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