mercoledì 17 ottobre 2012

LEI...

Da tempo vedevo che annaspava,
che cercava aria in tutte le cose che faceva.
Ricordo il suo entusiasmo sprizzarle dagli occhi quando creava,
sentivo l'amore nelle sue opere,
pura passione,
seppure ancora grezze.
Ma quando le sue passioni entrarono in contatto concreto con il sistema sociale,
si persero,
non per critiche,
non per mancati apprezzamenti,
ma perché smarrirono l'istinto e la visione,
venivano incanalate in qualcosa di cui non facevano parte.

Anche lei cambiò.
Guardava la gente come se non la guardasse, 
"Sono impalpabili, ma bloccano il vedere"
mi disse.
Sembrava li sentisse come fastidiosi rumori che rovinavano la  visione del resto,
e l'ascolto dell'universo.
Compiva azioni e svolgeva cose,
come se dovesse farle perché se le trovava davanti,
ma si vedeva che per lei erano insensate.
Parlava,
rideva,
si faceva brillare gli occhi,
ma dietro a quel brillio,
c'era il tormento di un blocco.
"Bloccata in un mezzo, dove ciò che è stato ha perso senso,
perché ho percepito l'oltre,
un oltre che ancora non riesco a vedere."
mi spiegò.

Capii che viveva un turbamento profondo,
nel suo stato di stallo,
ma che almeno lei era ad un passo in più verso il fantastico.
Semplicemente nulla di quello che esiste per esprimersi,
poteva appagare ciò che percepiva.
L'unica cosa sensata per lei,
sarebbe stato un sentire l'oltre,
per sempre nel cuore,
senza la visione di alcuno.


Nessun commento:

Posta un commento