Sul pavimento viola.
Saltava con la gamba sinistra.
Saltava con la gamba destra.
Non saltava con entrambe la gambe.
Voleva sentirsi squilibrata.
Tra le pareti rosse.
Teneva gli occhi chiusi.
Respirava con la bocca.
Teneva le mani strette al collo.
Cercava le vertigini.
Al centro della stanza.
Cadde!
Il suo corpo pallido e nudo formava una bianca croce a terra.
Delicato scendeva un rigolo rosso dalla labbra.
Gli occhi erano chiusi e tremanti.
Il respiro sibilava.
Le pareti erano nere.
Il pavimento era nero.
Niente...
Niente...
Niente...
Aprì gli occhi grigi.
Sul soffitto bianco vide un ragno nero.
Un ragno che lentamente muoveva una zampa.
Un ragno che cresceva.
Cresceva...
Cresceva...
Cresceva...
Il ragno riempì il soffitto.
Con la zampa la prese.
La portò al suo addome.
Un addome di pece.
La inglobò in lui.
Lei ora galleggiava all'interno dell'addome di pece.
Saliva...
Saliva..
Saliva...
Uscì da un prato secco.
Era buio.
Silenzio.
Gelo.
Un flebile raggio di luna illuminava quella desolazione.
Un unico albero spoglio all'orizzonte.
Si incamminò verso questo.
Era l'unica meta.
Traggo ispirazione dall'energia che mi circonda, dall'energia che dà vita a tutto, che in un istante penetra nella mia mente dando vita a sensazioni che creano immagini e poi forma concreta. Interpreto il caso e l'istinto, il silenzio e il distacco dal caos, interpreto la pace che impongo dopo il rumore che assilla la mente, i sogni e l'indefinito. Creo in uno stato di pace, di quiete e di distacco dall'ovvio quotidiano, in una sorta di viaggio spaziale.
Stars
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giovedì 20 febbraio 2014
martedì 11 febbraio 2014
"In the mirror: Fear of myself"
lunedì 3 febbraio 2014
Piccoli vermi fluorescenti
Sta grave la mente, abbandonata sul sacco d'organi del corpo sviscerato dalle buone intenzioni.
E' insana e puzza di follia andata, persa per far posto alla regolatezza schematica di una vita quadrata, neanche cubica.
Piatta come l'encefalogramma del pensiero, nei momenti che si succedono passeggiando in un monotono posto privo di qualsiasi schifezza, che crea una schifosa malinconia nutritiva.
Sta grave la mente, abbandonata sul sacco d'organi del corpo sviscerato dalle buone intenzioni.
Tutto è morto lì, ma lei è viva ancora, seppur spenta da tempo.
Putrida all'esterno, piena di granelli all'interno, dove si fan strada i piccoli vermi fluorescenti.
Escono questi e si librano finalmente nell'aria, perchè non ce la facevano più a rimaner geometrici, privi di funzione variopinta, malati dalla ricerca delle buone intenzioni.
Sta grave la mente, abbandonata sul sacco d'organi del corpo sviscerato dalle buone intenzioni.
E' morta.
E' insana e puzza di follia andata, persa per far posto alla regolatezza schematica di una vita quadrata, neanche cubica.
Piatta come l'encefalogramma del pensiero, nei momenti che si succedono passeggiando in un monotono posto privo di qualsiasi schifezza, che crea una schifosa malinconia nutritiva.
Sta grave la mente, abbandonata sul sacco d'organi del corpo sviscerato dalle buone intenzioni.
Tutto è morto lì, ma lei è viva ancora, seppur spenta da tempo.
Putrida all'esterno, piena di granelli all'interno, dove si fan strada i piccoli vermi fluorescenti.
Escono questi e si librano finalmente nell'aria, perchè non ce la facevano più a rimaner geometrici, privi di funzione variopinta, malati dalla ricerca delle buone intenzioni.
Sta grave la mente, abbandonata sul sacco d'organi del corpo sviscerato dalle buone intenzioni.
E' morta.
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